Geografia, eventi musicali e pratiche turistiche
Gli studi inerenti al turismo culturale indicano una continua e costante evoluzione nella relazione tra turismo e cultura (UNWTO, 2018). Tale sviluppo è volto a una riformulazione del concetto di turismo culturale (Richards, 2021) e basato sulla co-creazione dell’esperienza turistica, nonché su nuovi intermediari e sistemi di curatori.
Il turismo culturale – oggetto sfaccettato e liquido (Friel, 2021) – si è via via sempre più frammentato in turismi di nicchia quali il turismo musicale, oggetto di indagine di questo secondo Convegno “Turismo musicale: Storia, Geografia e Formazione”.
Il focus si è spostato verso una ricerca di esperienza del patrimonio intangibile dei/nei luoghi, da un lato, e, dall’altro, verso la straordinarietà della quotidianità che diventa attrattiva per il turista anche attraverso il ruolo dell’identità e dell’autenticità locale. Eventi musicali - quali festival, concerti, rassegne o master classes - diventano driver di promozione turistica multi-attoriale.
L’eventification di spazi e luoghi – si pensi, ad esempio, alla pervasività di proposte di festival musicali a differenti scale territoriali – fa sì che gli eventi arrivino anche ad assumere il ruolo di processi trasformativi di un turismo responsabile e sostenibile (Rowen, 2020). Attualmente il pubblico degli eventi musicali muta: da spettatore passivo diviene creatore di valore, anche grazie al significativo impatto delle nuove tecnologie (social media in primis; Duffy, Mair, 2021) che hanno aiutato gli eventi ibridi e virtuali ad entrare in scena. Tutto ciò porta ricercatori e studiosi ad interrogarsi ulteriormente sulla accessibilità e fruibilità di luoghi, spazi e paesaggi veicolati dalla musica a fini turistici. La musica diventa sempre più strumento per accentuare e favorire anche la mobilità da un lato e il turismo di prossimità dall'altro?